Rivoluzionare la moda? Difficile sì, ma non impossibile.
Lo sapeva bene Coco Chanel che, nel 1926, ha conquistato l’universo femminile con la creazione del suo Little Black Dress: l’intramontabile tubino nero dallo stile elegante, semplice e di classe. A renderlo un’icona è stata però Audrey Hepburn che, indossandolo in Colazione da Tiffany (1961), lo ha reso l’abito più bello della storia del cinema. Quest’anno il black dress compie 90 anni, ma anche un altro indumento amato dalle donne ha appena spento la candelina dei 70 anni: il Bikini. Pochi centimetri di stoffa entrati come un boomerang nell’immaginario femminile a metà anni ’40, suscitando scalpore e rivoluzionando il panorama della moda balneare. Un capo d’abbigliamento che, nel corso degli anni, ha conosciuto infinite evoluzioni in stile e forme. A vita alta o a vita bassa. Maxi slip o string bikini. Top o micro triangolo.
Ma come è nato il bikini? La prima idea fu di Jacques Heim che, nel 1932, provò per primo a scoprire l’ombelico delle donne – fino ad allora nascosto da casti costumi interi – con “Atome”: il primo costume a due pezzi. Ma dovettero passare ancora 14 anni prima che Louis Réard, ingegnere automobilistico prestato alla moda, diminuisse notevolmente le dimensione del costume di Heim e facesse nascere così il Bikini. Gli effetti tra i benpensanti furono esplosivi come una bomba. Anche le modelle parigine non osarono indossare una mise così indecente e Réard dovette scegliere come modella una spogliarellista del Casinò de Paris: Micheline Bernardini. Dal debutto a bordo piscina al Molitor di Parigi il bikini divenne così “l’indumento del peccato”.
Negli anni Cinquanta fu l’affascinante BB – Brigitte Bardot – a porre fine al tabù, liberando il bikini dall’immagine peccaminosa grazie al film “E Dio creò la donna” (1958), in cui le sue bellissime forme vennero esaltate da un sensuale due pezzi. Da allora si susseguirono immagini di dive in bikini come Marylin Monroe, Margaret d’Inghilterra, la Bond Girl Ursula Andress e la “nostra” Sofia Loren che si guadagnò il titolo di “Miss Eleganza” sfilando con un bikini di raso. Simbolo di seduzione e di libertà femminile, il bikini negli anni a seguire cambiò forme, colori e fantasie: il top sempre più scollato fino a diventare un triangolino micro e provocante, lo slip da alto e “castigato” si trasformò in string bikini o tanga. Insomma, sempre più ridotto e sempre più sensuale fino ad arrivare al monokini – il topless che oggi conquista le spiagge di Ibiza!
E dopo anni di sperimentazione qual è la tendenza del 2016? La non-tendenza: si guarda al passato, agli anni 50, con costumi dal sapore retrò e ispirazioni vintage. Ma non solo: colori, tessuti, forme si mixano dando spazio alle interpretazioni personali.