C’è chi ha pagato con la vita la scelta di dedicarsi alla politica come Eleonora Pimentel Fonseca, nata a Roma il 13 gennaio 1752 e morta a Napoli, per impiccagione, il 20 agosto 1799 con l’accusa di essere giacobina e nemica del Regno Borbonico.
C’è chi paga con la rinuncia a metter su famiglia, come Emma Bonino, radicale per scelta politica e anche nelle scelte di vita. Oggi sfida alla carica di presidente della Regione Lazio un’altra donna. Altrettanto tosta: Renata Polverini, sindacalista di lungo corso dal pugno di ferro.
Ma lungo è lastricato di successi è il percorso della politica al femminile più recente, con carriere di successo sia in Italia che all’estero.
Da noi c’è stata l’indimenticata Nilde Iotti. In Inghilterra non governa più Margaret Hilda, coniugata Thatcher, ma il “Thatcherismo” è rimasto una pietra miliare per i politici locali.
Per poco, ma veramente per poco, una donna ha sfiorato la carica di presidente degli Stati Uniti d’America ed oggi, si chiama Hillary Clinton, fa il segretario di Stato che significa essere l’alter ego del presidente Obama.
In Francia, la recentissima vittoria dei socialisti (o, se si preferisce, la sconfitta del presidente Sarkozy) è considerata dai principali osservatori una vittoria al femminile. La vittoria di tre leader donna, per la precisione: la socialista Martin Aubry, la verde Cécile Duflot e la comunista Marie-George Buffet. Tre donne leader che hanno saputo in poco tempo cancellare le vecchie logiche di parte e siglare un patto che ha permesso il successo delle sinistre al secondo turno delle regionali francesi.
Mentre, in Italia, la legge regionale più a favore delle quote rosa è quella della Campania. Per dare attuazione ai principi espressi negli articoli 51 e 117 della Costituzione e, cioè, quelli delle pari opportunità e del pari diritto delle donne a poter partecipare attivamente alla vita politica e democratica del proprio paese, si è dato vita a una legge con la doppia preferenza. A condizione, però, che uno dei due voti espressi ricada sul nome di una candidata.
Insomma, la politica in Occidente si sta aggiornando. Appena possibile, bisognerebbe aiutare le donne che in tanti paesi del mondo non hanno neppure il diritto di votare. Altro che candidarsi.