Quasi in tutti i curriculum alla voce hobby compaiono le parole: lettura e cinema. La maggior parte delle star, nelle interviste cita due passioni: lettura e cinema. Anche nei santini (le brochure con faccia e promesse) che i candidati alle elezioni hanno fatto girare in questi giorni si leggeva spesso “… e amo leggere e andare al cinema”.
Sarà che le due nobili arti sono così intimamente correlate: prima del set c’è sempre la scrittura della sceneggiatura. Sarà che molta letteratura finisce per trasformarsi in film: basti pensare ai recenti successi di Harry Potter in libreria e al botteghino. Sarà che, comunque, si fa bella figura: alla fine siamo tutti amanti delle buone letture e del buon cinema.
In questi giorni gira per le sale un gustoso film che porta una firma autorevole: Happy Family di Gabriele Salvatores. Finzione e realtà si sovrappongono in divertenti intrecci, ma ciò che conta in questa pellicola è la trama: Ezio (Fabio De Luigi), che vive di rendita grazie all’eredità lasciatagli dal padre, l’inventore delle palline da mettere in lavatrice con il detersivo, scrive una storia per farne un film e si ritrova la casa invasa dai suoi personaggi.
Nel lungometraggio, cioè, si scrive di cinema nel cinema. L’apoteosi per gli amanti del genere.
A chi proprio ci tiene al genere trasversale si consiglia la lettura di “Cinema: femminile, plurale”, edizioni Le Mani, 14 euro, di Paola Casella. Un saggio, scritto dalla critica cinematografica del quotidiano Europa, sulla figura della donna nel cinema negli ultimi dieci anni.