L’Oroscopo è da sempre motivo di discussione: c’è chi ci crede, chi non ci crede, chi dice di non crederci ma poi butta l’occhio e chi, in presenza di buone previsioni, decide di crederci almeno per una volta nella vita. La Chiesa è intervenuta più volte contro gli oroscopi. Il punto di vista, espresso da Wojtyla e, recentemente, da Ratzinger è indiscutibile. Si deve essere credenti e non creduloni. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium manifestano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed, infine, sugli uomini. Sono, quindi, in contraddizione con il rispetto e il timore di Dio.
Ma perché credere agli oroscopi o perché non crederci? L’astrologia è un arte divinatoria tanto antica quanto controversa. Le evidenze scientifiche scarseggiano, ma molti ci credono.
I babilonesi furono i primi a credere che tra il moto del cielo eterno e gli avvenimenti terreni temporali vi fosse una corrispondenza.
Nel giro di qualche secolo l’astrologia si diffuse nel Mediterraneo e nel terzo secolo a.C. i Greci cominciarono a predire non solo il corso degli eventi, ma anche il destino di ogni individuo in base in base alle posizioni dei pianeti. Ancora oggi per l’astrologia la conformazione del cielo e la posizione di stelle e pianeti al momento della nascita può influenzare la vita del singolo individuo.
Di sicuro, appassionati al tema a parte, in tanti danno una sbirciatina sui giornali o alzano il volume quando ne sentono parlare alla radio o alla tv.
Voi cosa ne pensate?