Loris Fabiani, un giovane milanese, detiene il record dal 2008. Per percorrere 300 metri, in un’ormai epica maratona di Trastevere ha impiegato un’ora e ventisette minuti. Il primato della lentezza non glielo ha tolto ancora nessuno.
Proprio nella città natale di Loris c’è l’associazione “Vivere con lentezza”, alla quale lui ovviamente è iscritto. Ma la “cura del tempo” si sta diffondendo ovunque. Ci sono le banche del tempo, attraverso le quali si può prestare il proprio tempo libero o lo si può chiedere agli altri, per attività di baby sitting, per il disbrigo di commissioni o, anche, per stare in compagnia. Ci si dedica ad attività di concentrazione come yoga, trekking in luoghi ameni, eremitaggio nei fine settimana.
Si cerca, insomma, quell’attimo di tregua che ci salverà. Una sorta di pax., come quella augustea. Non a caso, nell’Adagio, Erasmo da Rotterdam esplicitò il significato di “affrettarsi con lentezza”.
Lothar J. Seiwert , un esperto di “lentezza”, suggerisce di compiere “sette passi indietro per ritrovare il tempo che non pensavi di avere… chi non ha il tempo dalla sua parte ha dimenticato o trascurato di definire le mete, i concreti obiettivi e una visione per la propria vita”.