Sono circa centomila le persone colpite in Italia, solo nell’ultima settimana, da forme virali che bersagliano le vie respiratorie. A questi malanni di fine stagione nelle prossime settimane si aggiungeranno le pollinosi, dal momento che ontani, cipressi e betulle stanno per partire con la fioritura.
Il 21 marzo si è persino celebrata la giornata nazionale del polline organizzata dall’associazione italiana di agrobiologia, per diffondere la conoscenza dell’importanza degli studi di aerobiologia e divulgarne l’utilità all’opinione pubblica.
L’Aerobiologia è una disciplina che si occupa dello studio dell’aria e della sua qualità attraverso la rilevazione e valutazione qualitativa e quantitativa, attuale e previsionale, delle sue componenti biologiche, come i pollini e le spore fungine, e delle loro variazioni in rapporto alle condizioni meteorologiche, climatiche e botaniche delle aree in studio. Molto importanti sono le interazioni con gli inquinanti. E’ ormai sicuro che l’inquinamento peggiora i problemi allergologici. In parole povere è come se mettesse l’organismo in un costante stato di preallarme: agisce infatti direttamente sul sistema immunitario dell’individuo predisponendo i linfociti T a una maggiore reattività con gli allergeni. Inoltre irrita e infiamma le mucose respiratorie aumentando l’assorbimento degli allergeni.
Ecco qualche consiglio per non soccombere: evitare lunghi periodi di permanenza all’aperto, mettersi a tagliare l’erba dei prati o fare altre attività di giardinaggio, in casa e in auto tenere chiuse porte, finestre e finestrini nelle ore più calde, e in generale usare sistemi di condizionamento dell’aria di ultima generazione; controllare i dati del monitoraggio delle concentrazioni dei pollini nell’atmosfera svolto dal Servizio autonomo di allergologia e immunologia della rete nazionale.
Infine, l’ultima frontiera sono i vaccini. Ma vanno assunti prima dell’inizio della stagione dei pollini.