Per il debutto nell’universo home Luxury Living ha scelto Parigi e nello spazio in Rue George V, a due passi dagli Champs Elisée, li ha voluti di seta. Dal 29 settembre quelli iraniani potrebbero diventare merce rara negli Stati Uniti, perché Barack Obama ha firmato una legge per vietarne l’importazione. La nuova tendenza si chiama Pixel, un festival di effetti ottici che cambiano con il cambiare della luce del giorno.
Ormai è chiaro, parliamo dei tappeti. Un elemento di arredo che da circa 8 mila anni svolge un ruolo da protagonista nelle nostre case.
Nel 1957 l’archeologo James Mellaart scoprì in Anatolia la straordinaria città alveare Catal Hoyuk e capì di più e meglio sulle abitudini dei suoi antichi abitanti dalla interpretazione dei disegni presenti sui tappeti, che non da altre indagini.
L’uomo occidentale, grazie a Mellaart, aveva di fatto scoperto il tappeto, il kilim per la precisione e le sue molteplici funzioni. I kilim, più che come oggetti decorativi, venivano infatti usati come pareti divisorie di dimore tribali, interni di tende, coperture, sacche da trasporto, tovaglie da mensa, gualdrappe e bande per fissare il carico sulle selle dei cavalli.
Oggi è rara in una casa l’assenza di un tappeto, tocco di originalità e di arte che esalta la bellezza degli interni. Quelli orientali la fanno da padrone.
I più pregiati sono quelli persiani e indiani. Mentre chi sceglie quelli del Turkestan deve prendere una importante decisione: meglio quelli Occidentali o Orientali?