25+1 è questa la nuova formazione schierata in campo dall’UnescoWorld Heritage, che si vanno ad aggiungere ai 911 già annoverati nella ‘gold list’, per un totale di 936. Le candidature, per questa 35esima sessione che si è tenuta a Parigi, erano 37. E l’Italia porta a casa altre due nuove iscrizioni: la Rete Longobarda e le Palafitte alpine di Ledro e Fiavè i Trentino, in condivisione con altri paesi dell’arco, Svizzera, Austria, Francia, Germania e Slovenia, ma mantiene il comando della classifica, con 47 siti nella lista, il 5 per cento del totale. Vincitrice della sessione,è stata però la Germania, che ha portato a casa 3 nuove presenze: la Fabbrica Fagus di Alfeld, in Bassa Sassonia, capolavoro di design industriale firmato da Walter Gropius, le Palafitte alpine e le antiche foreste di faggi. A quota due il Giappone con le isole Ogasawara e la storica capitale del regno del Nord del paese Hirazuimi. Per il Medio Oriente quattro nuove citazioni , più una per la Turchia, la splendida Moschea Selimye di Edirne. Cinque per l’Africa, ma c’è spazio anche per l’America Latina, il Vietnam e la Mongolia. 21 dei nuovi siti sono a contenuto culturale, contro i 3 che racchiudono bellezze naturali e l’unico “misto”, il Wadi Rum in Giordania. Ma l’Unesco prevede anche una “black list” che raggruppa i luoghi del mondo in pericolo. Una lista in cui si entra se ad esempio una zona verde è a rischio deforestazione o un monumento in completo abbandono. Quest’anno entrano nella lista nera la riserva Rio Platano in Honduras e la foresta tropicale di Sumatra in Indonesia. Esce invece perché fuori pericolo il santuario naturale di Manas in India.
I nuovi gioielli dell’Unesco
25+1 è questa la nuova formazione schierata in campo dall’UnescoWorld Heritage, che si vanno ad aggiungere ai 911 già annoverati nella ‘gold list’, per un totale di 936. Le candidature, per questa 35esima sessione che si è tenuta a Parigi, erano 37. E l’Italia porta a casa altre due nuove iscrizioni: la Rete Longobarda e le Palafitte alpine di Ledro e Fiavè i Trentino, in condivisione con altri paesi dell’arco, Svizzera, Austria, Francia, Germania e Sloveni, ma mantiene il comando della classifica, con 47 siti nella lista, il 5 per cento del totale. Vincitrice della sessione,è stata però la Germania, che ha portato a casa 3 nuove presenze: la Fabbrica Fagus di Alfeld, in Bassa Sassonia, capolavoro di design industriale firmato da Walter Gropius, le Palafitte alpine e le antiche foreste di faggi. A quota due il Giappone con le isole Ogasawara e la storica capitale del regno del Nord del paese Hirazuimi. Per il Medio Oriente quattro nuove citazioni , più una per la Turchia, la splendida Moschea Selimye di Edirne. Cinque per l’Africa, ma c’è spazio anche per l’America Latinam il Vietnam e la Mongolia. 21 dei nuovi siti sono a contenuto culturale, contro i 3 che racchiudono bellezze naturali e l’unico “misto”, il Wadi Rum in Giordania. Ma l’Unesco prevede anche una “black list” che raggruppa i luoghi del mondo in pericolo. Una lista in cui si entra se ad esempio una zona verde è a rischio deforestazione o un monumento in completo abbandono. Quest’anno entrano nella lista nera la riserva Rio Platano in Honduras e la foresta tropicale di Sumatra in Indonesia. Esce invece perché fuori pericolo il santuario naturale di Manas in India.