Fare surf senza il mare. Niente più potrà fermare gli amanti di questo sport anche se abitano in collina, pianura o montagna. Certo, l’immagine del furgone con il tetto carico di tavole fa sempre la sua figura ma, facendo due conti, è un viaggio che non tutti si possono permettere. E così per evitare che i km di distanza dal mare trasformino la grande onda in un sogno mitologico, alcuni ragazzi baschi hanno trovato una soluzione geniale per portare il mare a portata di mano. E’ nato così, grazie alla passione di un ingegnere, Josema Odriozola, e di un laureato in economia sportiva, Karin Frisch, il Wavegarden. Dopo sei anni di test il progetto riesce a ricreare delle onde fino a un metro e mezzo di altezza. Rigorosamente ecocompatibili, artificiali e perfino regolabili, a seconda delle capacità del surfer. Basta un campo a forma di tinozza da ricoprire con un telo e poi riempirlo di acqua. L’idea basca è la prima ad essere totalmente innocua per l’ambiente e a bassi costi e sembra un’ ottima alternativa per i paesi che non hanno il mare o onde importanti, come Svizzera o Italia, così che possano concorrere anche loro a ospitare le manifestazioni visto che il surf sta diventando disciplina olimpica. Per ora però il progetto rimane nei Paesi Baschi, in attesa di essere esportato.
Il Wavegarden per surfare senza mare
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