La Fondazione Boccadamo, all’indomani dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, si è subito mobilitata per aiutare i rifugiati ucraini ospitati nella provincia di Frosinone. E’ stata promossa immediatamente una raccolta di beni alimentari e di prima necessità, da donare alle famiglie e alle associazioni che avessero in cura soprattutto le donne ed i loro bambini, costretti a fuggire dalla loro terra e subito dopo, grazie alla sensibilità e alla disponibilità di alcuni professionisti vicini alla Fondazione, è stata messa a disposizione assistenza legale e notarile gratuita, finalizzata al disbrigo degli adempimenti amministrativi inerenti la posizione dei rifugiati in Italia.
“Era impossibile rimanere indifferenti davanti a quanto stava succedendo in Ucraina – ha commentato l’iniziativa il commendator Boccadamo – Una guerra non è mai giustificabile, se poi mina la democrazia e la libertà di un popolo, coinvolge tutti noi. Per questo, con la Fondazione Boccadamo ho pensato di attivarmi subito, per poter dare un sostegno concreto ai profughi che venivano ospitati nella mia Provincia. Soprattutto donne e bambini costretti a lasciare le loro case e le loro vite, per un tempo imprecisato.
Spesso, dalle storie che abbiamo ascoltato dai profughi che si sono rivolti alla nostra Fondazione, queste persone arrivavano in Italia con uno zaino, contenente solo l’indispensabile. Come nel caso di Mariia e della sua bambina di 12 mesi, che sono arrivate a Frosinone dall’Ucraina, ospiti di Mirko e Anastasiya, una giovane e generosa coppia del capoluogo. Madre e figlia hanno lasciato la loro città, vicino Leopoli, e il giovane padre rimasto a disposizione del Paese. Non sanno quando torneranno in patria e cosa troveranno della loro vita, ma alla Fondazione hanno potuto rivolgersi per rendere più certo e sicuro il loro presente”.
C’è stata una grande risposta da parte delle persone vicine alla Fondazione, tante associazioni e privati cittadini hanno donato abiti e beni di prima necessità, per aiutare donne e bambini. Anche molti professionisti si sono mobilitati, prestando assistenza legale gratuita, attraverso la Fondazione. Una catena di solidarietà che, in poco tempo, ha saputo raggiungere decine di persone, non solo i rifugiati, ma anche le famiglie che generosamente li ospitano e che necessitano di un sostegno.