A San Valentino prendetevi per la gola. Detto così sembra una cosa brutta. Per fortuna non è un inno alla violenza, bensì al buon mangiare e (magari) allo stimolo dei sensi impigriti.
Ma il cibo può veramanete essere afrodisiaco?
Pare che i Greci ci credessero e consigliassero cipolle, tartufi, miele, uova, storione, pesci e crostacei. Questi ultimi in particolare perché, provenendo dal mare, avevano sicuramente a che fare con Afrodite. I Romani confermarono tutto, aggiungendovi – orrore! – gli organi genitali di alcuni animali come l’asino, il lupo e il cervo.
Nel Medioevo non se la passò un granché bene il piccione, dal quale (bleeee) si estraeva il cervello. Infine, in tempi più recenti, gli orientali hanno fatto incetta di corni di rinoceronte, pinne di pescecane e testicoli di tigre.
Insomma, nella ricerca del piacere più intenso si è spesso dimenticato l’igiene, il gusto e l’amore per il mondo animale.
A proposito di amore. Forse conta di più con chi mangi, piuttosto di che cosa mangi. Eppure, giurano quelli che se ne intendono, un influsso di certi cibi sui sensi ci sarebbe. Eccome!
Al primo posto, e questo mette tutti daccordo, c’è il potere vasodilatatore del peperoncino in grado di accendere palati e desideri. A seguire c’è il rafano, anch’esso piccante. Ci sono, poi, zenzero, zafferano, curry, chili, pepe di cayenna, chiodi di garofano, cannella, noce moscata, nocciole, coriandolo, origano, senape, dall’Oriente il ginseng.
Nel campo del dolce ci sono il cioccolato e la vaniglia, le fragole e le banane.
Grande merito va anche dato al vino, consumato però in modica quantità. Ma se la serata è da dimenticare, allora è meglio berne un po’ di più.