Scrivere a mano facilita l’apprendimento, stimola l’immaginazione e, soprattutto, tiene allenata la forza di volontà. Se, poi, a lasciare la traccia scura sulla carta candida è una penna stilografica viene fuori una scena di altri tempi. C’è una persona china per l’ultimo tocco, seguito dal leggero sfarfallio del foglio per far asciugare bene l’inchiostro, e la lettera è pronta per raggiungere il destinatario. Scrivere era ed è un’arte che la tecnologia non riuscirà mai a cancellare.
Studi realizzati con la risonanza magnetica nucleare hanno dimostrato che i bambini abituati a scrivere a mano rivelano una maggiore attività nell’area cerebrale predisposta all’apprendimento. Sono più originali dei coetanei e più creativi.
Scrivere a mano fa bene anche agli adulti, la cui capacità cognitiva ha giovamento dall’imparare alfabeti nuovi, come l’ebraico o il cirillico. Non a caso molti grandi scrittori scrivono la prima bozza a mano e ai grandi si dedicano spesso penne (stilografiche) in edizione ridotta. Come quella realizzata per John Lennon da MontBlanc.