Gonzaga, Cavallerizza, Eccellenza, Passatore, Emiliano, Diligenza. Sono i modelli più celebri del più celebre dei mantelli: il tabarro.
Giacomo Puccini gli dedicò un’opera lirica (Michele ha preso il suo tabarro, se n’è avvolte le spalle..). Nell’Ottocento era il capo più indossato ed il preferito dai dandy dell’epoca. Il tabarro, non solo sta tornando di moda, ma può essere indossato con eleganza anche da donne di tutte le età.
Il taglio del mantello deve essere ampio e rotondo e lungo fino ai polpacci, anche se esiste un modello corto nato apposta per andare a cavallo e in bicicletta. E’ realizzato in panno spesso e pesante, solitamente di colore scuro e con un solo punto di allacciatura sotto il mento.
In Italia, durante il Fascismo, assunse addirittura una valenza politica, perché considerato un capo usato soprattutto dagli anarchici. Ma nei romanzi di Giovannino Guareschi, che anarchico non era, non mancava mai.
E’ raro trovarli esposti in vetrina, nonostante aumentino le richieste. Vogliono indossarlo soprattutto i giovani e non è raro fare la fila davanti agli atelier dei pochi artigiani che ancora li realizzano.