La notizia scioccante per i modernisti ha fatto gongolare di soddisfazione i tradizionalisti. Secondo uno studio dell’Unità di Scienze Cognitive e del Cervello del Medical Research Council dell’Università di Cambridge i videogames non allenano il cervello. Grande delusione per chi ha abbandonato la vecchia via, quella dell’enigmistica classica, per imbarcarsi in nuove ed incerte avventure tecnologiche.
Oggi ci sono giochi di tutti i tipi e per tutti i gusti, dal personal computer alle consolle, giochi facili e difficili. Si può scegliere tra un ventaglio infinito di argomenti: logica, matematica, memoria, storia…
La ricerca di Cambridge ha esaminato undicimila persone divise in tre gruppi. Li ha sottoposti ai giochi di allenamento del cervello noti come “brain games” e, dopo sei settimane di studio, gli esperti hanno notato che non c’era stato nessun miglioramento delle capacità cognitive.
Insomma, i videogiochi portatili sui quali ci si può cimentare in indovinelli logico-matematici, non avrebbero gli effetti benefici desiderati sulla qualità del cervello.
Il primo tipo di enigma apparso al mondo è l’indovinello e l’indovinello più famoso dell’antichità è certamente quello che la sfinge pose a Edipo: “Qual è l’animale che al mattino avanza con quattro zampe, a mezzodì procede con due e quand’è sera cammina con tre?”. La risposta di Edipo, “L’uomo, che da giovane cammina a quattro zampe, durante la sua età matura sulle due gambe e da vecchio ha bisogno del bastone”, costrinse la Sfinge a uccidersi.
Per fortuna ai nostri tempi, chi si cimenta rischia al massimo un mal di testa o un arrabbiatura. Ma basta allenarsi. La palestra l’ha inventata il 23 gennaio 1932 il cavaliere del lavoro Giorgio Sisini, nobile di origine sarda. Si chiama la Settimana Enigmistica.