Ci sono persone nate per incontrarsi. Da qualche parte c’era scritto che tra loro sarebbe nata una grande amicizia. Occorreva solo aspettare che si compisse il tempo. Le voci si intrecciano, si accavallano, si rincorrono in un allegro turbinio e ne godono tutti, non solo i partecipanti. Una gaiezza si diffonde tra il personale del piccolo bar, destinato a diventare il luogo degli appuntamenti futuri del gruppo, e tra gli altri clienti. Mya, tra una carezza e l’altra, divora una brioche e gongola all’idea di essere così contesa. “Allora – dice Maurizio – evviva Mya che ci ha fatto incontrare!”.
Antonio, che ancora stringe a sé il barboncino bianco, si è liberato del casco ma non riesce a fare altrettanto dallo stato di ipnosi in cui l’ha rinchiuso lo sguardo di Silvia, incorniciato dai capelli tirati indietro, che mettono in risalto due splendidi pendenti con cristalli Swarovski coloro topazio e champagne. Chiara parla fitto-fitto con Gilda e Catherine, mentre Chiara, chi l’avrebbe mai detto, ha occhi solo per Maurizio a cui si rivolge per chiedere: “Portare in giro cose preziose, come fai tu con il tuo lavoro, ti fa sentire come un collezionista di opere d’arte che le mostra agli estimatori?”.
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